MARVELIT presenta

#13

& 

In:

 

NATALE A MIAMI ( 2° tempo)

 

Di

 

Carmelo Mobilia e Igor Della Libera

 

 

La voce di Occhio di Falco accompagnava il suono della chitarra:

<C'è un mondo intorno a noi che non esiste più, rischia prima o poi di sprofondare giù!> (1)

Se ne stava seduto su una delle comode poltroncine del jet privato di Marc Spector. Era come un piccolo salotto volante con pochi posti, un mobile bar e un tavolino di cristallo. Dopo ogni strimpellata e strofa guardava verso la cabina dove era sparito il suo compagno. Quello che non riusciva a fissare era il suo riflesso sulla superficie del tavolo. Catturava il suo nuovo look da cantante country folk con dei pantaloni ridicoli e una giacca di pelle con un sacco di frange di cuoio che spiovevano ovunque. Copriva a stento una camicia a quadrettoni che rinforzava l'aspetto popolare del suo abbigliamento.

<Finalmente ora c'è chi lotta insieme a me!> riprese ma si interruppe subito e appoggiata la chitarra si  versò due dita di scotch nel bicchiere.

<Serve per la voce...>  commentò tra .

<Con coraggio e lealtà, combattiamo chi minaccia la realtà!> le dita si mossero frenetiche sulle corde dello strumento. Se con le frecce era infallibile, non si poteva dire lo stesso con le note.

D'altronde non aveva scelto lui di assumere l'identità di un cantante per entrare alla festa a Villa Maravilla.

Sapeva bene che dietro l'idea di Spector c'era da una parte la comodità di usare la custodia e la chitarra per nascondere, in un doppio fondo, il suo arco e dall'altra quella di trovargli un ruolo che gli sarebbe piaciuto poco.  Clint era il migliore in una cosa. Nel fare buon viso a cattivo gioco e così appena il jet abbandonò la pista privata e si levò in volo, prese la chitarra e si mise a comporre canzoncine strampalate. L'effetto fu che dopo le prime due Marc Spector cercò rifugio nella cabina.

<Questo siamo noi..Vendicatori...noi...> chiuse con una sventagliata di suoni terribili e un' espressione da musicista indiavolato. E anche il terzo pezzo, il migliore di tutti, aveva visto la luce.

L'applauso alle sue spalle scrosciò poco convinto. Si girò per vedere Spector in un completo scuro con la cravatta al suo posto, i polsini di seta con dei gemelli che luccicavano come occhi di gatto nella notte. <Stiamo per atterrare fortunatamente.  Ho pregato Konshu perché mi assordasse ma evidentemente non mi ascolta più come una volta.>

<Ironia? Sei uscito fuori dal tuo personaggio monosillabico?>  disse Occhio di Falco rimettendo la chitarra nella custodia. Il rumore della zip anticipò la risposta di Spector.

<Sono entrato in un'altro, uno che non interpretavo da tempo.>

Clint non capì e Marc si spiegò meglio.

<Un tempo usavo l'identità di Steven Grant, playboy e miliardario, amante della bella vita e della notte più che del giorno. Ho pensato che se volevamo entrare alla festa ci sarebbe stato bisogno delle sue vecchie conoscenze a Miami. Sono infatti bastate un paio di telefonate e un bel po' di dollari, in questo modo Slug seleziona la clientela sicura dei suoi giri, per essere in lista per stasera. Diversamente da altri miei alias, Steven ha il senso dell'ironia. Anche per questo è un po' che se ne stava nell'armadio.>

Occhio Di falco girò intorno a Steven guardandolo.

<Sembri davvero un'altra persona. Quasi un essere umano.>  poi si bloccò e si mise a tracolla la custodia. <Mentre io continuo ad essere uno scarto di X-Factor. (2) > Steven non replicò.

 

Il jet atterrò dolcemente all'aereoporto internazionale di Miami. Ci fu solo un lieve movimento quando uscirono i carrelli e impattarono con la pista. Una volta fermo il portello si apri emettendo un fischio quasi impercettibile e una scala metallica si srotolò gradino dopo gradino fino a terra.

Ad attenderli c'erano due donne, una vestita da autista con il cappellino che poggiava su una splendida criniera bionda e una, nera di occhi e capelli, che svettava in un impeccabile tailleur scuro come la sua carnagione. Dietro di loro la silhouette di una limousine dai vetri oscurati. Ad accoglierli oltre agli scintillanti sorrisi delle due ragazze c'era un sole che aveva portato il termometro oltre i 26 gradi e che costrinse Clint di  indossare un paio di occhiali a specchio. Seguì Grant che si avviò verso alla macchina, e quando erano ancora un po' lontano gli sussurrò:

<Chi sono? Servono per la copertura del tuo personaggio? Se è così vorrei anche io farmi coprire da loro...>

<Quando vengo a Miami uso sempre questo servizio limousine. Oltre al trasporto offrono anche un'accompagnatrice. Non sarebbe carino che mi presentassi alla festa senza una gentil donzella al mio braccio. Lei è la mia preferita.>  rispose e poi, ormai arrivato vicino alle due donne, disse:

< Ciao Michelle. Ti sono mancato?> e la baciò sulle labbra.

Occhio di falco tossicchiò.

<Scusa. Lui è il mio amico musicista, Bob Coltrane.>

Clint si piegò per farle il baciamano e cercare le sue nere pupille.

Lei sorrise e poi disse.

<Che galante ! e sei anche molto carino... peccato che...>  ma bloccò subito la frase.

Clint lanciò una gelida occhiata a Steven mentre entrava nella limo.

<Peccato cosa?>

Michelle si trincerò dietro un po' di imbarazzo.

< Uh scusa. Sono stata davvero imperdonabile... è che  Steven mi ha detto che ti piacciono gli uomini,>

Occhio Di Falco pensò sul momento che nemmeno la copertura e il fatto che avesse deciso di stare al gioco di Moon Knight gli poteva far ingoiare un rospo così grande. Doveva ammettere che l'aveva sistemato per bene. Riuscì a sbollire nel tempo che passò dal saluto all'avvenente autista a salire nella lussuosa auto.

Si sedette vicino a Steven mentre Michelle affiancò lui.

Mentre la limo partiva allungò una mano sul pantalone di Grant.  Fu una delle cose più difficili della sua vita, così come pronunciare la frase successiva, ma tenendo un tono fintamente mieloso, diede il  via alla propria vendetta:

<Stevie, tesoruccio, perché non dici a Michelle come ci siamo conosciuti...> Grant deglutì rumorosamente.

Entrambi in quel momento pensarono:

<Sapevo che me ne sarei pentito...>

 

***

 

<Guarda, una palma addobbata come un albero di Natale!> La limo aveva lasciato da trenta minuti l'albergo dove Clint e Steven avevano passato la giornata in attesa della festa a Villa Maravilla.

-Eccone un'altra, e un'altra ancora.- il dito piantato sul vetro ad indicare quel natale che profumava d'estate. Era così diverso da quello rigido spietato newyorkese. La neve a Miami era finta, una schiuma densa refrigerata che copriva il Christmas Park, dove si svolgevano gli eventi più importanti del periodo di festa. Le luci gli addobbi avevano un che di spaziale, di alieno come i grandi neon azzurri che seguivano i ponti facendoli assomigliare a piste d'atterraggio per navicelle spaziali.

Erano diretti all'imbarcadero di Miami Beach. Da lì su una nave privata avrebbero raggiunto Star Island. L'isola dei ricchi aveva un servizio di sicurezza, cancelli e mura che la facevano assomigliare ad una fortezza. Michelle era nata sulla costa, amava la spiaggia e il mare che sembravano usciti da una cartolina. Di giorno c'era la frenesia della gente ad animarne le strade, i poliziotti in bicicletta, i negozi colorati. Ma di notte come in quel caso navigare sull'oceano era come attraversare una lastra d'ebano. Non c'era vento a smuovere le onde. Però il buio era  assediato dalle luci dei pontili e da quelle sfarzose dell'isola della stella.

Era sempre più vicina. Era come un'Alcatraz per persone piene di soldi. L'ingresso vicino al punto di sbarco era presidiato da guardie con fucili e giubbotti antiproiettile.  Sicurezza privata che vegliava perché i sogni dei residenti fossero tranquilli. D'oro lo erano già.

Steven, Clint e Michelle salirono su una jeep addobbata in modo natalizio con tanto di corna di renna sul cofano e partirono alla volta della villa. Era la più isolata, oltre i quartieri, adagiata su un pezzo di costa che guardava verso il mare. Lì non c'erano luci e sembrava che il buio circondasse l'isola, che fosse un altro mondo rispetto alla città di Miami.

Dopo aver attraversato un enorme giardino con fontane, siepi trasformate da mani abili in figure contorte comparve la facciata vittoriana della grande villa. Macchine lussuose erano parcheggiate davanti all'ingresso che avrebbe creato complessi di inferiorità anche in un gigante. Confermata la loro presenza sulla lista tenuta da un avvenente ragazza in abiti succinti che di natalizio avevano solo i colori verde e rosso, i tre entrarono finalmente nella grande sala dove la festa doveva ancora prendere vita.

<Guardiamoci un po' intorno. Metà di questa gente non sa chi è il padrone di casa ma accetta i suoi traffici, l'altra è sul suo libro paga. Sono tutti colpevoli.>

Clint sistemò la tracolla della chitarra e aprì leggermente il giubbotto country.  

Andò verso il buffet, dietro il lungo ed elegante tavolo c'erano altre giovani Elfe.  Avevano lo sguardo triste. Riempivano come in una catena di montaggio i bicchieri. Clint sorrise ad una di loro prima che un uomo lo approcciasse con una voce fastidiosa.

<Chi ti faresti delle simpatiche aiutanti di Babbo Natale?>

Clint si girò e vide un tipo con il capello corto, la mascella esposta e l'occhio che aveva il colore del punch.

<C'è solo l'imbarazzo della scelta.> rispose.

<Sono Jeremy Renner,  attore.  Probabilmente hai visto un sacco di miei film. (3) >

<Neanche uno.  Vado poco al cinema. Sono Bob Coltrane, musicista.>

<Il prossimo film lo vedrai di certo!>- si avvicinò per parargli nell'orecchio < Rimanga tra noi, ma mi hanno preso per fare uno dei Vendicatori.  Faranno un film su di loro!>

Clint sorrise. Era fastidioso ma visto il tasso alcolico già alto poteva provare a spremerlo un po'.

<Davvero? E chi faresti?>

<Rimanga tra noi, non ho un ruolo principale... onestamente, non so nemmeno perché ce l'abbiano messo nella sceneggiatura. Non è un grosso calibro.>

<Cos'è un indovinello?>

<Rimanga tra noi> quell'intercalare stava iniziando a mandare in cortocircuito i nervi di Falco <Se ti dico chi è, dieci a uno che non lo conosci. E' senza poteri e usa un arco e delle frecce.>

<Occhio di Falco!> disse Clint/Bob trattenendo altri commenti.

<Cavolo, sei il primo qui che conosce quello sfigato!  Sto trattando con la produzione perché cambi colore al costume; il viola mi sta male, e poi porta sfortuna. Magari riesco anche a convincere  lo scribacchino di sostituire quelle stupide frecce con delle pistole molto più cool!>

<Oh Signore...> sospirò Clint portandosi una mano alla faccia.

 

Steven Grant stava parlando con un tipico frequentatore dei country club. Discutevano di Golf e delle mazze migliori. Michelle da brava donna trofeo per salvare le apparenze, si annoiava mascherando dietro il bicchiere gli sbadigli.

<Non sono mai stato ad una festa in questa villa. Mi hanno detto che ad una certa ora le cose cambiano.> buttò là Steven. Era sicuro che il tipo sapesse qualcosa perché prima di attaccarci bottone l'aveva sentito parlare con un altro proprio della piega che avrebbe preso la serata.

<E' la seconda volta che vengo qui. Se ti dicessi cosa ho fatto la prima non mi crederesti>  sorseggiò e poi non riuscì a trattenersi  <Hai presente quello che fa Johnny Storm?>

Steven scherzò.

<Ti riferisci a quell’orribile reality?>

<Ma no! Parlo dei suoi poteri...>

<Si.  Prende fuoco spara delle fiamme...>

<Esatto, e l'ho fatto anche io! Per poco tempo però, perché se no la roba che ti danno qui ti uccide.>

<Stai parlando di droghe, allucinogeni che ti fanno vedere cose?>

<Vedrai Steven. Sta arrivando l'ora del potere.>

Clint era riuscito a liberarsi dell'attore anche se avrebbe voluto pulire il pavimento con la sua faccia.

Su un divanetto c'erano dei tizi abbracciati ad escort di alto bordo che indossavano delle mascherine di cuoio nero. Ci passò vicino.

<Suonaci qualcosa. cowboy.>

Disse uno di loro scavallando le gambe.

<Non faccio parte dell'intrattenimento,  sono un ospite.> rispose Bob/Clint.

<Le ragazze qui vogliono sentire una ballata delle tue parti, qualcosa sulle vacche.> replicò sarcastico alzandosi in piedi.

<Non conosco nessuna canzone che parli di tua madre.>

<Cosa hai detto?>

Clint era pronto a stenderlo senza dargli la possibilità di far scoppiare una rissa. Non voleva che succedesse per non attirare l'attenzione e per non ricevere una bella ramanzina da Moon Knight.

Ma il suo colpo diretto al collo per farlo svenire venne interrotto da alcuni altoparlanti montanti sopra delle telecamere. Uscì fuori una voce paludosa che nemmeno il gracchiare meccanico rendeva meno viscida.

<Bene signore e signori, la festa è entrata nella sua fase due, la vostra preferita!  Stasera abbiamo l'onore di avere con noi nuovi partecipanti che non sanno cos'è “l'ora del potere”. Per tutti poi ci sarà una novità. La pillola magica è stata raffinata e adesso è possibile scegliere la qualità che si vuole avere. Ma prima giocheremo alla bocca della verità. Visto che è Natale non avrete limitazioni e potrete arrivare fino in fondo con le nostre cavie.>  seguì una risata che sembrò il suono di un rospo che saltava in una pozza.

Steven e Clint si riunirono.

<Qui si mette male. Scommetto che la voce che abbiamo sentito è di Slug. Se ne sta nascosto monitorando il suo party. >

<Si e non credo che parlasse del viagra quando si riferiva alle pillole.>

Steven iniziò ad allentare la cravatta.

<Teniamoci pronti.>

Clint fece scorrere la cerniera della custodia.

<Ho già la mano sull'arco.>

Il loro scambio di battute venne interrotto da alcune porte che si aprirono. Da qui, spinte da guardie armate, entrarono una dozzina di ragazze. Erano tutte molto giovani e Moon Knight capì subito che Slug non trafficava solo con l'ormone mutante. Quelle poverette facevano parte di un altro giro.

Le guardie le fecero inginocchiare tenendole sotto tiro. Clint strinse le dita a pugno cercando di trattenere la rabbia.

La voce sguazzò di nuovo dagli altoparlanti.

<Chi vuole essere il primo? Portate la bocca. Le pillole come al solito sono state controllate, permettono di mantenere un potere per dieci minuti, sufficienti a divertirvi con una delle nostre ragazze!>

Il tipo che parlava con Steven si fece avanti. Si strofinava le mani. Due guardie spinsero dentro, sopra un carrello una bocca di pietra come quelle in cui nell'antichità infilavi la mano per scoprire se avevi detto o no il vero. L'uomo titubò facendo entrare la sua nel foro. Prese una delle pillole all'interno e dopo averla estratta la ingoiò.

<Dobbiamo toglierci di qui, conciati così non possiamo fare molto.>  consigliò Clint.

Sfruttò l'attenzione generale catalizzata su quanto avveniva e si dileguò. Moon Knight invece rimase. L'uomo si piegò, cadde sulle ginocchia emettendo un grido. Si rialzò anche se con i movimenti un po' rallentati.

<Lo sento, mi scorre nelle vene! E' bellissimo e vuole uscire fuori!>  disse mentre sollevava una mano e questa si copriva di ghiaccio. Iniziò a camminare verso una ragazza.

<Le giovani ragazzine come te sono sempre fredde con chi ha qualche anno in più, è ora di cambiare le cose!>

Steven non l'aveva detto a Clint ma aveva preparato un' arma particolare. Studiare l'ormone gli aveva permesso di sviluppare non un antidoto ma quello che aveva chiamato “accrescitore”.

 Tra le dita aveva già una piccola mezzaluna.

La ragazza sentiva il freddo che emanava la mano assassina, la sua pelle iniziò a coprirsi di ghiaccio sottile, le vene ad ingrossarsi e scurirsi. Sugli occhi calò un velo di brina e lei iniziò a pregare. Steven lanciò la mezzaluna senza essere visto. L'uomo con il potere dell'uomo ghiaccio sentì una puntura alla gamba. La ignorò.

<Senti la vita che ti viene strappata via come un vestito, la senti?>

 La ragazza aveva sempre più freddo ma di colpo l'uomo gridò di dolore.  Alzò le braccia e le vide congelate. Spaventato inciampò e cadde. Gli arti si frantumarono sul pavimento lasciando dei moncherini di ghiaccio e sangue. In un attimo fu il panico che Steven sfruttò per sparire e trovare un posto dove trasformarsi nel cavaliere lunare.

Le guardie spararono in aria, cercando di calmare la gente. Ma da un angolo due frecce rete scoccarono nella loro direzione imprigionando due di loro in una trama elettrificata.

Occhio Di Falco balzò davanti alla porta con un'altra freccia pronta a colpire.

<Fermi tutti!  Da qui non uscirà nessuno. Siete tutti complici. Voi sgherri invece fareste meglio a dirmi dove posso trovare il vostro capo e a spingere verso di me quelle povere ragazze.>

Ma una delle guardie non la pensava così e sparò una raffica di mitra contro la bocca di pietra frantumandola.  Le pastiglie tintinnarono in terra.

<Ecco ,adesso mi avete fatto prudere il dito e conosco un solo modo per farlo smettere.>

Occhio di Falco stava per colpire quando i tizi con le maschere di cuoio, mentre la maggior parte della gente terrorizzata rimaneva paralizzata, si lanciarono sull'ormone. Occhio di Falco non aveva abbastanza frecce per tutti loro e così tre di questi assunsero la droga. Uno allungò il suo braccio come fosse quello di Mr Fantastic e lo avviluppò intorno al Vendicatore.

<Cacchio! Non potevi prendere il potere di risolvere i cruciverba?>

Un'altro dei tizi mascherati venne dilaniato da dolori terribili prima che il suo corpo iniziasse a produrre aculei. Divenne un porcospino umano che aveva la capacità di staccare le punte e usarle come coltelli.

Con in mano due di queste si avviò verso l’arciere.

Il terzo iniziò a ticchettare in modo sospetto.

<Cosa diavolo è questo suono?>

Occhio Di Falco sapeva che i poteri sarebbero durati dieci minuti, ma continuando così questi sarebbero stati più che sufficienti per farlo fuori.

Dov'era diavolo s’era cacciato Moon Knight?

La risposta alla domanda del Vendicatore era poco lontano da lì. Grazie al suo visore aveva seguito i cavi delle telecamere dentro la parete e aveva scoperto una stanza sotterranea,  simile ad un bunker.

 Lì c'era sicuramente Slug. Il problema era scoprire come arrivarci.

 

 Occhio Di Falco diede uno strattone all'uomo di gomma, trascinandolo contro il porcospino. Il terzo sentiva il ticchettio sempre più forte. L'arciere ancora prigioniero delle spire del Reed Richards di serie B allungò la mano verso la sua cintura. Aveva le punte di frecce lì. Per azionarne il sistema bastava toccarle. Prese quella che rilasciava un getto d'acido. L'uomo ritirò il braccio gommoso per evitare che si sciogliesse. Falco una volta libero stese con un pugno il porcospino.

L'altro con il braccio che sembrava un serpente, adagiato in terra per il dolore si trovò prigioniero del suo stesso potere quando Clint,  una volta presa la sua mano, iniziò a legarlo con l' arto allungabile.

<Aiutatemi!! Sto per esplodere!! C'è un ordigno dentro di me, sono diventato una specie di bomba umana!!> gridò il terzo in preda al panico.

Occhio Di Falco aveva poco tempo per pensare ad una soluzione. Non si trattava di un ordigno normale ma di un esplosivo organico.

<E' partito il conto alla rovescia, il mio cuore lo sta ritmando! I battiti...> Falco gli strappò i vestiti per provare a liberarlo della bomba, ma non fu possibile perché era il suo corpo ad essere esplosivo, aveva i tessuti trasformati in C4 e il cuore come detonatore. Non c'erano fili rossi o verdi da tagliare.

<Mettetevi tutti contro il muro, il più lontano possibile da lui!>  urlò, poi raccolse l'arco ed estrasse dalla faretra una freccia speciale; la incoccò e la scagliò.

Il dardo attraversò l'aria e infilzò al petto l'uomo bomba spingendolo con forza contro il muro dove si conficcò bloccandolo lì. Dalla freccia uscì fuori una specie di materia collosa che lo ricoprì come un bozzolo.

Moon Knight sentì la detonazione sopra la sua testa mentre scendeva lungo le scale metalliche rivelatesi dietro il passaggio segreto che aveva trovato nel guardaroba.

<Sembra che Occhio di Falco se la stia cavando.>

Davanti a lui illuminata dai neon di un corridoio metallico una porta dello stesso materiale. Parecchi pollici rinforzati che non bastarono ad impedirgli di sfondarla con una mezzaluna esplosiva.

<Perché voi eroi non bussate come tutti gli altri?>

Moon Knight si girò verso la voce e per un attimo pensò di essere sprofondato in un incubo surreale. Slug era adagiato su una specie di enorme trono che quasi non si vedeva sotto la sua ondeggiante massa grassa. Teneva al guinzaglio due ragazze che stavano a quattro zampe davanti a lui. Una terza era schiacciata contro il suo lardo. Indossava un cappello da Babbo Natale e un vestito rosso. Tutt'intorno nella stanza c'erano dei monitor. In uno di questi Moon Knight vide Occhio di Falco che legava le guardie. Gli ospiti erano stati spinti in un angolo, tra loro c'era anche Michelle.

<Solo le tue azioni sono più disgustose di te, Slug!>

<Sei proprio un guastafeste. La gente non si può più divertire? L'ormone mutante è stato un ottimo investimento, in molti sensi. Si è anche rivelato un ottimo viagra per chi come me non pensava più di avere uno strumento efficace  per  l'amore. >

<Basta così, lascia le ragazze. La polizia sta già preparando una quadrupla cella tutta per te.>

<Sono un estimatore di questo periodo dell'anno, e non ho nessuna intenzione di passarlo al fresco. Cosa ti fa credere che mi arrenderò così facilmente?>

<Il fatto che sei solo inutile ammasso di lardo senza alcun potere,  e che la gente come te non ama rischiare la vita. Preferisce giocare con quella degli altri.>

<Hai finito? Sotto le feste preferisco sentire le storie di Natale...> la voce scivolò come liquame, si mosse e con l'enorme braccio a cotechino prese la ragazza e spinse la sua faccia contro i vestiti.

<Tu non farai niente, perché altrimenti soffocherò questa innocente nella mia pancia. Tu non vuoi che le faccia del male, vero?>

<Sei un  mostro! Uno dei  peggiori che abbia mai incontrato! Ti rotoli nel grasso e nel profitto! Mi dispiace di non aver impedito prima il tuo lercio traffico. Chissà quante ragazze hai fatto soffrire, con la complicità di quei ricchi affamati di potere....> gridò furioso Moon Knight.

 <Ma non lo farai più, ne a lei ne a nessun' altro Slug!> tra le dita comparve una mezzaluna.

<E qui ti sbagli eroe!>  con il braccio spinse lontano la ragazza, che tornò a respirare aria e non ciccia sudata, poi premette un bottone sul suo trono e questo lo catapultò come un’enorme palla di strutto vivente contro Moon Knight. L'eroe lunare non riuscì a scansare la minaccia e se lo ritrovò addosso.

<Adesso non fai più lo sbruffone,  eh? Non ti riempi più la bocca di belle parole? Mangia il mio lardo!>

Moon Knight era davvero bloccato dall'enorme massa, era sempre più dentro la deformità lardosa e con le braccia schiacciate in avanti non aveva possibilità di prendere delle armi.

<Visto che non ti puoi muovere, e sei destinato alla peggior fine possibile, che ne dici se passassimo gli ultimi momenti della tua vita a leggere la letterina che ho scritto per Babbo natale?> disse Slug, ridacchiando come un bambino dispettoso.

<Caro Babbo Natale, sono stato un bravo bambino e vorrei che tu mi portassi i seguenti doni. Non chiedo cose materiali ma semplicemente che i super eroi stiano lontani dai miei traffici illegali. Prometto che ucciderò meno innocenti nel prossimo anno!>

Moon Knight sentiva l'ossigeno esaurirsi mentre il grasso, come cosa viva, lo stava lambendo proprio come fa il mare con la spiaggia.

<Vorrei tanto che gli altri super criminali, quelli importanti come il Teschio e il Dottor Destino accettassero il mio invito per capodanno. Non voglio più essere considerato un criminale di seconda classe. Adesso ho nel mio curriculum anche l'omicidio di un super eroe,  forse non dei più noti, ma pur sempre una spina in meno nel fianco di chi cerca solo del semplice profitto e non ha mai voluto dominare il mondo o distruggerlo!>

La risata arrivò dalla soglia del bunker. Moon Knight i cui pensieri stavano affogando come lui nel grasso vide nel rettangolo della porta Occhio di falco.

<Dio, sto per vomitare...> esclamò l’arciere.

Slug mise una mano enorme sulla testa di Moon Knight.

<Getta per terra  arco e frecce. Sapevo che saresti arrivato, ho visto la tua performance alla festa. Gettali o non aspetterò che il grasso faccia il suo corso, e spremerò la testa del tuo amico come un oliva!>

<Dovresti ringraziarmi, lardoso. Ho la dieta perfetta per te.>

Slug non capì.

Occhio di Falco disse così, poi la freccia quasi si materializzò sull'arco, vista la velocità con cui la preparò. La scagliò e Slug la vide affondare nel suo petto. Sorrise.

<Tutto qui?  Sono un mutante, imbecille! Non sarò inamovibile come Blob ma con questo grasso sono  riuscito a resistere a scontri contro Nomad, L'Uomo Ragno, Capitan America!. Mi ha anche permesso di sopravvivere proteggendomi da Poison (4). Le tue frecce sono come stuzzicadenti,  contro di me!>

<3...2...1...>  Occhio di  Falco fece il countdown e poi si udì un esplosione dentro Slug che lo catapultò indietro. Moon Knight  sgattaiolò via mentre il criminale girato sulla schiena come uno scarafaggio sentiva il buco nella pancia che anche il grasso faticava a colmare.

<Te l'avevo detto che la mia sarebbe stata una dieta esplosiva!>

Slug biascicò qualcosa prima di svenire per il dolore.

 

EPILOGO.

 

Villa Maravilla non era più illuminata solo dai fari sulle torrette e dalle luci natalizie. Al concerto luminoso si erano aggiunte quelle delle diverse pattuglie della polizia che circondavano la lussuosa abitazione.

Moon Knight e Occhio di Falco avevano appena finito di parlare con il capo della polizia quando sei uomini uscirono dall'ingresso trasportando su una lettiga speciale Slug intubato.

Il lumacone venne spinto verso una delle ambulanze. Altri sbirri stavano finendo di ammanettare le guardie di Slug e i ricchi presenti alla festa, complici dei traffici e dei delitti del criminale. Una spaventata Michelle era seduta in un angolo con un caffè caldo tra le dita.

La notte a Miami non le sembrava più così magica. Moon Knight si allontanò perché doveva ritornare Steven Grant. Occhio di Falco invece aveva tutte le intenzioni di far sparire per sempre Bob Coltrane.

<Io non sapevo niente di queste feste! Pensavo fossero cene eleganti. ... volevo solo farmi notare, conoscere gente. Jeremy Renner, un grande attore! Sarò nel film dei Vendicatori!!! Non potete arrestare un Vendicatore!> l'attore gridava mentre lo portavano via.

Occhio di Falco lo intercettò prima che lo facessero salire poco amichevolmente nella macchina della polizia. Jeremy Renner era ancora sconvolto. Le mani legate dietro la schiena tremavano.

<Non mi assomigli per niente...>

<E questa sarà la fortuna del film! Non ti senti ridicolo in quel costume? Perché non provi il verde? E poi arco e frecce... ma chi li usa più? Rinnovati!>

< Ti consiglio di stare attento a non far cadere le saponette nella doccia, dove stai per andare...>

Lo spinsero dentro e i due si scambiarono un'altra occhiataccia.

<Devo ricordarmi di chiedere a Tony chi ha dato il permesso e i diritti per fare un film sui Vendicatori.>

Occhio Di Falco venne raggiunto da Steven Grant.

<Ho bisogno di una doccia. Poi andrò a prendere Michelle in ospedale. Hanno detto che la rimetteranno subito è solo un po' sotto shock.>

<Si, torniamo in albergo... non vedo l'ora di mandare una certa foto ai nostri amici dell'Ovest!>

Steven si preoccupò per il ghigno sul volto del Vendicatore viola.

<Foto? Di che foto stai parlando?>

Occhio di falco aspettava quel momento da quando l'aveva scattata, utilizzando il cellulare nascosto nella cintura, poco prima di fare la sua entrata.

<Questa!> gli rispose mentre con il dito allargava lo schermo.

<Che te ne pare? Potevi sorridere un po', o forse non ti divertivi sotto la slavina di grasso?>

Steven divenne più bianco del costume del suo alterego.

<Adesso tu mi darai quella foto...subito!!>

<E' proprio vero, questa tua personalità è molto più simpatica! Credo proprio che la incornicerò insieme alle cose più imbarazzanti come il costume con i razzi di Wonder Man e il nostro scontro con il Cactus e l'Uomo Iguana. Te li ricordi? (5)>

<Ho ammazzato per molto meno!>  disse Steven cercando di prendergli il cellulare.

<Esageratooooo!  Secondo me a Tigra piacerà... che cos’è che stavate facendo, la vostra versione de “Il ritorno dello Jedi”? Tu fai Leila e lui Jabba?>

<Non fare l’idiota  Falco, altrimenti io....>

<Sorridi  Casper, è Natale!  Gingle bell gingle bell...>

E la notte di Miami sembrò di colpo meno scura.

 

FINE

 

Le Note

 

1)      La canzoncina che canta l'alter ego musicista di Clint Barton, Bob Coltrane, è quella dell'ultimo cartone animato dedicato agli Avengers: I più potenti eroi della terra. Un omaggio ad una delle migliori serie animate di sempre.

 

2)      No, stavolta non intendiamo il gruppo mutante, ma il programma condotto ma Simona Ventura!

 

3)      Alla festa il nostro sempre  mattacchione Clint incontra la versione Marvel it dell'attore Jeremy Renner, che lo ha interpretato nel film di Thor e lo reinterpreterà nel film dei Vendicatori di prossima uscita.

 

4)      Slug, il lumacone era stato dato per morto nel numero 19 di Devil (Marvel It).

 

5)       Falco cita alcune avventure dei Vendicatori della Costa Ovest in cui ha militato con Moon Knight. Le storie sono rintracciabili in alcuni numeri di Starmagazine serie oro editi dalla Star Comics.